di Salvo Barbagallo
Il segretario alla Difesa Usa, Ashton Carter, ieri a Roma per incontri istituzionali (dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al ministro della Difesa italiano, Roberta Pinotti) si è lasciato sfuggire (riportato da “La7 mattina) che “… non è escluso che possa essere usato il MUOS” in riferimento alla delicata situazione bellica in Siria. E così, di sfuggita, si ha conferma che l’impianto di comunicazione (?) satellitare di Niscemi è in funzione (da quando?) nonostante che ancora le procedure di “sequestro” da parte della magistratura non siano state completate. Non è dato sapere se Ash Carter nella visita effettuata a Sigonella l’altro ieri (martedì 6) non abbia effettuato un sopralluogo agli impianti di Niscemi, unitamente al ministro Roberta Pinotti, giunta appositamente dalla Capitale per una riunione con il segretario della Difesa USA. Non si spiegherebbe altrimenti l’incontro siciliano Carter/Pinotti dal momento che all’indomani (cioè ieri, mercoledì 7) ne era programmato un altro a Roma. La trasferta isolana, di certo, uno scopo ben preciso avrà avuto per i due importanti protagonisti della politica internazionale, tenuto anche conto dell’attuale bagarre che si è creata in merito alla possibile partecipazione dell’Aeronautica militare italiana nei raid anti Isis in Iraq (o anche altrove?). Sono questioni d’alto bordo che il cittadino siciliano (e perché no, anche italiano) non deve conoscere, anche se poi, alla fine, tali questioni si giocano sul suo territorio e sulla sua pelle. In merito il silenzio del Siciliano presidente della Repubblica Sergio Mattarella appare non solo imbarazzante, ma preoccupante. Per non sottolineare (ancora una volta) il totale disinteresse del governatore della Regione Rosario Crocetta, dei componenti del suo governo e di tutti i parlamentari regionali e nazionali siciliani. Così come il silenzio di tanti e tanti altri che, a parole, hanno a cuore le sorti dell’Isola.
A.A.A. In Sicilia pacifisti cercansi…In Sicilia come appaiono lontani gli Anni Ottanta quando la mobilitazione generale fece fuori i missili nucleari “Cruise” a Comiso! Tanto lontani quanto lo è lo scomparso PCI, la cui memoria si è persa da tempo. Una memoria che non riguarda più Giorgio Napolitano e, tantomeno, l’ex boy scout Matteo Renzi, oggi premier del Paese. Ma chi li ricorda più quegli anni, eppure agli internauti basterebbe leggere le (poche) righe di “Wikipedia” per capire cosa stava accadendo in una località campestre – Comiso – dell’Isola mediterranea: Il 19 agosto 1981, il Governo Spadolini designò l’aeroporto a base missilistica NATO. Fra gli anni 1983 e il 1988, fu quindi interessato da una notevole mole d’investimenti per la realizzazione della gran parte delle infrastrutture oggi esistenti, progettate anche per lo stoccaggio di testate nucleari. Con i 112 missili Cruise, operativi a partire dal 30 giugno 1983 sarà una delle principali basi della NATO nel sud Europa, durante la Guerra Fredda. La Base in questo periodo ospitò più di 7000 militari di cui la maggior parte era americana. La base di Comiso assurse quindi alle cronache negli anni ’80 del XX secolo, quando fu oggetto di diverse manifestazioni di organizzazioni pacifiste. Successivamente e con il venir meno delle esigenze di difesa dopo il crollo del blocco sovietico la base militare perse d’importanza e venne progressivamente ridimensionata, (il 26 marzo del 1991 verrà rimossa l’ultima batteria di missili Cruise) sino ad essere definitivamente chiusa alla fine degli anni ’90 del XX secolo.
Oggi in Sicilia non ci sono più i missili Cruise, ma si ignora se e quanti ordigni nucleari vengono custoditi nei depositi delle basi USA “ospitati” dall’Italia su questo territorio. Non si tengono da anni e anni manifestazioni pacifiste di rilievo, non c’è un PCI filosovietico pronto a sollecitarle per contrastare l’invadenza degli Stati Uniti d’America, l’attuale premier italiano non perde occasione per mostrare acquiescenza alle richieste da parte USA di partecipazione bellica del Paese-Italia (che, poi, non è di sua proprietà) in vari fronti caldi. C’è Sigonella, Augusta (e tante, tante altre basi) in mano Yankèe, c’è il MUOS e c’è il Comitato anti MUOS che fa quello che può per fronteggiare una situazione irriversibile.
Oggi non c’è Agostino Spataro pronto a scrivere (“Dossier”, dicembre 1983) “… il Mediterraneo mare di pace non è per l’Italia e la Sicilia una generica parola d’ordine, ma una condizione vitale per il loro progresso civile ed economico” ricordando che “Il governo ha deciso per la Sicilia violando persino e norme costituzionali sancite dall’articolo 21 dello Statuto regionale che impongono la partecipazione del Presidente della Regione (con rango di Ministro e facoltà di voto) alle riunioni del Consiglio dei ministri ogni qual volta siano in calendario problemi inerenti la Sicilia…”. Certo, c’è Rosario Crocetta, un presidente della Regione che, forse, ha altri interessi lontani, molto lontani dalla problematica della progressiva militarizzazione della Sicilia. Non c’è neanche Giorgio Napolitano che allora si opponeva affermando (“Dossier”, dicembre 1983) “Non si possono riconoscere le ragioni degli interrogativi di fondo che si intrecciano su tanti piani attorno alla questione della pace e della guerra e poi continuare politicamente come prima…”. Certo, oggi c’è Sergio Mattarella Presidente della Repubblica ma Siciliano che tace (perché?) sulla Sicilia militarizzata, piattaforma bellica (contro chi e per conto di chi?) suo malgrado.
Nell’indifferenza più completa (almeno apparentemente) c’è l’isolata (interessata?) voce del politologo Edward Luttwak che richiama a un improbabile “indipendentismo” siciliano, quale panacea dei mali dell’Isola.
Siamo messi proprio male…
Carissimi, ho visto solo oggi, e vi ringrazio, la vs ampia citazione del mio dossier sulla militarizzazione della Sicilia e sulla questione (per fortuna risolta) dei missili nucleari di Comiso. Io sono sempre sulla breccia per quel tanto che posso fare da giornalista e da cittadino comune (senza alcun incarico politico). In questi anni ho sviluppato il tema del ruolo della Sicilia alla luce dei piu recenti avvenimenti (guerre in M.O. e nel Mediterraneo) con una serie di articoli e con alcuni libri (rintracciabili su Google, su Amazono e su La Feltrinelli, ecc). In questi giorni mi trovo in Argentina (da dove vi scrivo) per seguire la campagna elettorale presidenziale. Stasera (30 ottobre) presentero` il mio libro “Nella Libia di Gheddafi” dove c`è`un capitolo dedicato alla Sicilia, al centro culturale de “La Campora”di Buenos Aires. Saluti e tanti auguri per il vostro prezioso lavoro. Agostino Spataro
Grazie per questo contributo. È sempre corretto citare le fonti a cui si attinge. Citiamo la sua frase “sono sempre sulla breccia per quel tanto che posso fare da giornalista e da cittadino comune (senza alcun incarico politico)”. Ecco, ciò che proviamo a far anche noi. Esserlo e rimanerlo implica l’unione tra le poche voci ancora critiche. Grazie anche per il suo concreto impegno in favore della nostra Sicilia.
(Luigi Asero per La Voce dell’Isola)